6 Commenti
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Avatar di Daria Bernardoni

Io sono partita perché l’unica cosa che sapevo è che la vita che stavo facendo non era la mia, avevo bisogno di cercarne un’altra, e avevo bisogno di cercarla da un’altra parte perché intorno a me la cultura dominante (=autentica del luogo?) era basata su valori che non mi rappresentano (soldi, lavoro, consumo etc). Ora, fuggire dai soldi e dal lavoro è stato molto facile, ma la società del consumo è globale, quindi ti ci ritrovi sempre. Il turismo è la riduzione del viaggio al consumo? Allora cerco di viaggiare innanzitutto più lentamente, come dice Ilaria, e poi di viaggiare con l’obiettivo di fare esperienze anti-consumistiche - ora sto appunto insegnando ai bambini, cosa che in Italia peraltro non avrei mai potuto fare. Quindi sì penso di poter dire che per me il viaggio è più un mezzo che un fine, ma è un equilibrio molto complicato. Grazie delle riflessioni!

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Avatar di Vincenzo Rizza

Grazie, Daria, per il tuo prezioso contributo e per aver condiviso il tuo punto di vista alternativo. Mi ha fatto riflettere. In effetti, in un altro numero della newsletter, mi interrogavo se fossi partito per cercare qualcosa o per scappare da qualcosa. Nella tua visione, riconoscere di non star bene in un luogo e decidere di partire rappresenta già un'indole positiva al cambiamento che non avevo completamente considerato, e con cui mi identifico. Talvolta sono iper-critico nei confronti delle mie scelte, ma il tuo commento ha portato alla luce aspetti che forse avevo sottovalutato. Grazie ancora e auguri per le tue esperienze anti-consumistiche:)

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Avatar di Ilaria

Molto interessante questa analisi. Per me da un po’ di tempo a questa parte, l’unico viaggio possibile è quello lento

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Avatar di Vincenzo Rizza

Ilaria, penso per chi come noi ha scelto di viaggiare come stile di vita, il viaggio non possa che andare organicamente verso quella direzione. In vacanza si può andare a mille per due settimane, ed è forse anche il bello. Vivendo in viaggio bisogna ascoltarsi, per non farsi sovraccaricare dalle mille esperienze possibili. Buoni viaggi lenti:)

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Avatar di Fausto

Quello che sento dopo un viaggio, anche breve, in un posto nuovo, è comunque l’aggiunta di un nuovo punto alla mia mappa mentale del mondo. Magari non cambia il mio modo d’essere ma ho più consapevolezza di quale sia quel modo di essere e dell’infinità di alternative che esistono. Penso che sia una scoperta di se stessi ottenuta per comparazione, che quindi in qualche modo ci cambia. Lo stesso risultato (forse migliore?) credo si possa ottenerlo con l’introspezione e l’aumento della consapevolezza di sé nel luogo in cui si è

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Avatar di Vincenzo Rizza

Quindi, secondo te, il semplice atto di esplorare un luogo nuovo, incontrare persone diverse e toccare fisicamente quel territorio, amplia il nostro modello mentale del mondo. È come se quel posto diventasse reale, tangibile, e non solo una rappresentazione su una mappa o una foto online. È una sensazione che ho raramente sperimentato.

Nei miei primi viaggi, ho esplorato principalmente luoghi vicini, per cui la comparazione più debole. Ora che i miei viaggi sono diventati più lunghi, ho perso quella sensazione di scoperta nel luogo stesso. Questo è uno dei motivi per cui sono curioso di tornare. E, diciamo, tornare un giorno anche a viaggiare brevemente, magari in vacanza, per approfondire questa sensazione di cui parli.

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