12 Commenti

Ma che bella questa puntata! Io sono una "hincha de Boca" (o "bostera") praticamente da quando sono nata (il calcio da noi, come dici tu, è una cosa seria e il tifo si eredita come corredo genetico praticamente!), però i miei non mi hanno mai portata allo stadio, ero piccola e forse pensavano fosse pericoloso. Grazie per avere raccontato la tua esperienza allo stadio così bene, mi sembrava di essere lì! Chissà, forse un giorno ci andrò :) E il jardín Japonés, quanti ricordi! Ci andavo con mio nonno. Insomma, mi è scappata una lacrimuccia leggendoti. Ti capisco riguardo alla tua riflessione del chiederti "chi mi conosce veramente?", e sai una cosa? Penso che questo valga anche se non parti, noi esseri umani siamo in continuo cambiamento dentro di noi anche se non cambiamo posto. Certo, il viaggio che hai fatto tu ti cambia per forza, il viaggio è un acceleratore di cambiamento. Dai il tempo a chi ti sta vicino di riabituarsi alla tua presenza, 3 anni in fondo sono tanti. Chi ti ama amerà anche questa nuova versione di te :)

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Grazie a te per avermi letto. È davvero un onore aver raccontato un po' di calcio a una "hincha de Boca":)

Sull'identità: è vero, siamo in trasformazione e ho avuto la fortuna di percepirlo meglio durante il viaggio e poi in questa fase di ritorno. Gli amici poi mi stanno stupendo, per la loro capacità di volermi bene nonostante le distanze e oltre i "banali" racconti di viaggio. È incredibile!

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lug 10Messo Mi piace da Vincenzo Rizza

Pienamente d'accordo con la tua riflessione sull'identità in continua evoluzione, e su come il viaggio ne sia un acceleratore.

Io, sarà la vecchiaia, più vado avanti e più mi sembra di non sapere niente, nemmeno me stessa!

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lug 11Messo Mi piace da Vincenzo Rizza

Mi sono ritrovata molto nelle tue parole. Questo posto è una bellissima scoperta, grazie!

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Grazie a te per avermi letto! A presto:)

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lug 10Messo Mi piace da Vincenzo Rizza

Mi sembra il minimo, che tu rimanga da queste parti a raccontare cose, Vince', scusa eh, se no poi io dove ti leggo 😂

Sarà sicuramente bello leggere cos'hai da dire sul ritorno, se non a casa, più vicino ad essa.

Come approcciarsi a cosa sia casa dopo che la si è lasciata è un temazo, su cui c'è tantissimo da riflettere, dire, sentire.

Il periodo più lungo che ho passato in Italia negli ultimi 16 anni è stato di circa sei mesi, dopo i quali ho deciso di ripartire, ma ho sempre pensato che il modo migliore di tornare "a casa" fosse vivendolo come un espatrio, cioè con uno spirito di apertura e curiosità.

Come dici tu, c'è qualcosa di sballato nell'idea di arrivare e proiettarsi unicamente sul "prima". La mia relazione con Milano ha iniziato a migliorare solo quando ho iniziato a infondervi nuova linfa e nuove persone, di modo che potesse evolvere con me.

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Ciao Paola, e che io penso che magari non avrò niente di interessante da dire se non sono fisicamente in viaggio con lo zaino... ma in fondo spero di no :) Ci provo!

Sulla casa, io ho avuto un'esperienza simile con la mia città di origine, Siracusa, dove sono stato vari mesi dopo aver deciso di intraprendere questa vita da nomade. Prima, quando ci tornavo, mi sembrava di tornare agli anni delle superiori e mi sentivo soffocare; dopo sono riuscito a fare pace, riallacciando alcuni rapporti, conoscendo posti nuovi e creando nuove situazioni. Adesso ha tutto un altro sapore.

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lug 9Messo Mi piace da Vincenzo Rizza

Vedo se riesco a collegarmi per il webinar! Io sono originaria di Pisa, tu come ci sei 'capitato'?

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Ciao Annalisa, Pisa è la città dove ho fatto l'università ma è anche molto di più. Qui è dove ho creato amicizie durature e fatto le esperienze che mi hanno portato dove sono ora. Le devo moltissimo:)

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Che bello! in che anni hai fatto l'uni? ci ho studiato anche io per un anno

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Capitata qui decisamente in ritardo rispetto alla pubblicazione, ma sono felice di averlo fatto! Ho adorato il paragrafo in cui alterni le tue preoccupazioni, ansie, emozioni di viaggiatore con quelle dei tuoi amici in sala parto o alla stipula del mutuo. Senza dare un giudizio di valore né a un tipo di vita né all’altro. Grazie!

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Per un pelo non ci siamo bevuti una birra a BA! Io ti capisco e ogni volta che torno mi sento combattuta, da un lato sono felice di rivedere i miei amici e dall'altro mi sento profondamente incompresa. Da molto tempo ormai, mi sento più in sintonia con una ragazza tedesca incontrata in ostello che con la mia amica di quando ero all'università, che conosco da anni. Ma è proprio questo il tema: io la conosco? Lei conosce me? Non ho una risposta, ma negli ultimi anni le mie frequentazioni sono cambiate.

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